Come per molti altri siti in Valle Camonica, che si elevavano al di sopra dalle paludi del fondovalle e dalle pericolose sponde dell'Oglio, anche la zona ove ora sorge il paese di Berzo Inferiore fu certamente frequentata e forse anche abitata fin dall'epoca preistorica. Per risalire la Val Grigna e raggiungere gli antichissimi e noti passi montani che collegavano le varie valli contigue (Passo di Crocedomini, Maniva ecc), gli antichi Camuni (del ceppo dei Liguri e poi soppiantati dai Celti) avranno per forza dovuto transitare lungo questo vasto e aperto conoide formato dal torrente Grigna, l'impetuoso corso d'acqua che va a sfociare nell'Oglio nella pianura alluvionale poco a sud della piana della "Prada" di Cividate. Questa zona pianeggiante doveva essere, in epoca preistorica o la propaggine più a nord del lago d'Iseo o ai confini di una vasta palude che forse raggiungeva anche le pendici dei colli che sono posti a nord dell'attuale abitato di Berzo.
I Romani, subito dopo la conquista della Valle Camonica, fecero passare per Berzo anche un ramo della via Valeriana e un'epigrafe di quell'epoca, ritrovata in zona, attestava come a Berzo venissero adorate o meglio onorate le "Fonti Divine". Le terre prospicienti l'Oglio (ora facenti parte del comune di Berzo) e confinanti con il comune di Esine, sotto i Longobardi furono proprietà del "Gasindo" (vassallo di rango inferiore) del re Desiderio che nel 774 lasciò per testamento: "la volontà sua di vendere la corte di Bergis". Questo è il primo atto in cui viene nominata questo borgo della bassa Valle Camonica. Un altro storico documento, successivo di quasi due secoli, nel 960, attesta la cessione di proprietà "in Berzo" dal vescovo di Cremona al conte di Lecco. Nel Medio Evo anche a Berzo, forse nei pressi della rupe su cui sorgeva un vecchio punto di controllo e osservazione di epoca pre romana, doveva sorgere un castello, di cui però non si hanno più tracce. La certezza della presenza di questa rocca (o abitazione fortificata e circondata da mura difensive) viene dal fatto che era menzionata nell'elenco nelle numerose proprietà che la potente famiglia dei conti Lambertini aveva in valle. La diaconia di Berzo (Inferiore, per distinguerlo da Berzo Demo) fu la prima, in ordine alfabetico, nominata tra quelle della vasta e antichissima pieve di Cividate che aveva competenza amministrativa religiosa su tutta la media Valle Camonica. Intorno all'anno Mille, forse sulle rovine di un tempietto precedente venne costruita una piccola chiesa che prese il nome di San Lorenzo. Questa antica chiesetta fu poi, quasi totalmente, ricostruita nel 1415 e per secoli fu la prima parrocchiale. Questo bel tempio sorge in posizione panoramica, su un'altura sopra il paese e dominante la bassa vallata del Grigna e la confluenza nell'Oglio. Nel suo famoso "Catastico", redatto nel 1610, il podestà veneto Giovanni da Lezze, incaricato direttamente dal Maggior Consiglio della Serenissima Repubblica Veneta, ricorda, per le terre di Berzo, la buona produzione di biade e vini locali e soprattutto la rifinitura, in ben dieci fucine, dei pre-lavorati per armature, provenienti dalla vicina Bienno. La piaga dell'emigrazione, come nel resto della Valle, ha portato molti, specie giovani, lontani da casa, per cercare una vita migliore: negli anni 1904/1905 furono 28 i Berzesi su una popolazione di 756, ad andare all'estero, mentre negli anni dal 1946 al 1960 su 1469 residenti gli emigranti furono 204. Durante il ventennio fascista, dal 1927, nel periodo in cui vennero inglobati più paesi di piccole dimensioni, in uniche amministrazioni, Berzo Inferiore fu aggregato a Bienno. Riacquistò la sua indipendenza amministrativa nel 1947. Nel secondo dopo guerra e negli anni '70 a Berzo furono insediati grandi complessi industriali che occuparono vaste arre a nord est del paese. Negli anni '90, con la profonda crisi del settore metallurgico e sidermeccanico questi capannoni furono dismessi e per anni furono solo monumento alla incapacità di trovare soluzioni alternative. All'inzio di questo secolo, dal 2000 al 2008 nei capannoni dismessi è stata creata una zona "industriale-artigianale" con diverse aziende di piccole e medie dimensioni che hanno dato impulso alla economia locale. |