DA VISITARE:
CERVENO

Notissimo il Santuario della Via Crucis (Santüàre de le capèle dè Hèervè) realizzato nel 1752, su commissione di don Giovanni Gualeni da un’idea di don Pietro Belotti e di don Andrea Boldini di Saviore. E’ costituito da un lungo corridoio a gradoni in salita, ai cui lati si aprono le stazioni della Via Crucis, rappresentate da bellissimi e molto espressivi gruppi scultorei in legno e gesso (198 statue). L’opera fu commissionata nel 1752 e fino al 1764 a Beniamino Simoni da Saviore (nativo nel 1723 di Fresine) (stazioni dalla I alla VI e dalla X alla XIII). Fu poi necessario, per le continue "beghe" tra artista e committenti (parrochhia e cervenesi), l’intervento nel 1764 di Donato e Grazioso Fantoni (che realizzarono le stazioni VIII, IX e forse X). La quattordicesima stazione non fu mai consegnata dal Simoni ai cervenesi, ma finì in una cappella privata di Breno e si trova oggi sistemata nel duomo. Quella che occupa il suo posto nel santuario fu realizzata solo nel 1869 dal milanese Selleroni. Gli affreschi alle pareti, scenari ideali per le cappelle, sono dello Scotti e dei fratelli Corbellini. Dal 1731, anno in cui Cerveno ottenne di poter acquistare indulgenze praticando la Via Crucis, ogni dieci anni la gente dà vita alla rappresentazione vivente della Passione di Cristo, ispirando personaggi, costumi ed atteggiamenti alle sculture lignee contenute nelle cappelle del santuario. Questa sacra rappresentazione coinvolge tutto il paese che si riempie anche di innumerevoli visitatori che seguono da vicino le varie soste e rappresentazioni della Passione.

La Parrocchiale di San Martino di Tours fu eretta nel 1200. Precedentemente sullo stesso luogo doveva esserci un castello medievale o una rocca fortificata di antiche origini. Le linee costruttive attuali sono di struttura romanica. L’attuale edificio fu iniziato nel 1400 e completato ben due secoli dopo seguendo le indicazioni architettoniche (ordini ben precisi !) date dal vescovo Bollani nella sua visita pastorale del 1567. Sono presenti, in modo non rilevante, delle tracce di affreschi del 1400. Nel 1700 Andrea Fantoni e la sua bottega realizzarono due confessionali e la cornice della pala dell’altar maggiore. Sepre di scuola fantoniana sono un Cristo morto di un altare laterale, l’Immacolata Concezione, all’altare della Madonna del Rosario e di San Giuseppe (paliotto con l’Adorazione dei Magi). Una pala del 1741 raffigurante una Madonna del Rosario col Bambino e santi è attribuita al Coggi di Palazzolo. Sempre attribuiti al Fantoni l’altare di Sant’Antonio abate, il pulpito e un grande Crocifisso di legno. La tribuna del ciborio dell’altar maggiore è intagliata con bassorilievi sulla Passione di Cristo. Il battistero è opera del Concelli. Sono anche visibili delle tele di Andrea Celesti e Pompeo Ghitti.

Degno di essere visitato è l’Oratorio della Madonna del Carmine, annesso alla parrocchiale. Dopo un restauro del 1974 sono stati recentemente recuperati affreschi del 1400 e del 1500. Questi formano un ciclo: Crocifissione, Annunciazione, Santi, Visitazione, San Gioacchino e Sat’Anna, Presentazione di Maria, Madonna in trono. Nella volta, il medaglione raffigura il Cristo "Lux mundi" circondato da Evangelisti, Santi, Padri della Chiesa.

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